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L’origine della società e della morale

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Secondo Freud la società, la morale e la religione deriverebbero dall'esigenza del gruppo sociale di contenere ed elaborare istinti e pulsioni universali ma inaccettabili, perché distruttivi e immorali. L'osservazione (indiretta) di varie popolazioni primitive offre a Freud l'esempio di una modalità di organizzazione sociale che sembra confermare le sue ipotesi: quella totemica. Essa gli appare come la forma simbolica attraverso cui la collettività riesce a esprimere in modo controllato e responsabile l'istinto primordiale all'incesto e l'aggressività che ne deriva. I divieti e le proibizioni sanciti dal totemismo (i tabù) rappresentano i modelli embrionali di quelle stesse norme di carattere morale, religioso e civile che regolano le società moderne; norme considerate da Freud modalità di repressione, ma indispensabili alla convivenza, la quale risulterebbe impraticabile se le tendenze egoistiche e amorali dell'Es fossero libere di realizzarsi.

Bergson e l’esistenza del tempo

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Per Bergson la vita della coscienza coincide con la memoria, della quale riconosce tre aspetti: il ricordo puro, ossia la durata spirituale, il deposito inconscio di tutte le esperienze passate, mantenute nella forma in cui si erano presentate in origine; il ricordo-immagine, l'atto con cui quel passato si materializza, facendosi in parte presente qui e ora; e la percezione, la facoltà che ci lega al mondo esterno e ha la funzione di selezionare i dati che sono più utili ai fini delle nostre attività concrete. L'organo che fa da mediazione e da filtro tra i contenuti del ricordo puro e le esigenze della realtà è il cervello. Il filosofo fonda la sua concezione su una distinzione fondamentale: quella tra "tempo della scienza", esteriore e misurabile (il tempo degli orologi), e "tempo interiore o vissuto", il tempo della durata, trascurato dalle scienze sperimentali ma essenziale per la nostra identità di uomini il cui passato è costantemente conservato nel pr

La teoria della sessualità

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Freud delinea un innovativa teoria della sessualità, intesa, genericamente, come ricerca del piacere erotico. Essa si discosta dalle teorie tradizionali, in quanto considera l'istinto sessuale come un'energia avente caratteri propri, indipendentemente da un oggetto e un fine determinati. La pulsione sessuale viene indicata con il termine libido, cioè una forza che può essere applicata a una molteplicità di oggetti e indirizzata a varie mete, deviando da quella che viene considerata la sua destinazione normale: la procreazione. La plasticità e il polimorfismo della libido consentono a Freud di comprendere non solo il meccanismo di formazione dei sintomi nevrotici, ma anche le cosiddette perversioni sessuali, che appaiono come il diverso orientamento assunto dall'energia sessuale a causa di particolari ostacoli incontrati nel corso del suo sviluppo.  Una tale concezione dinamica della libido conduce Freud alla scoperta della sessualità infantile e delle sue tre fasi: quella o

La complessità della mente umana e le nevrosi

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Alla luce dell'autoanalisi e dell'esperienza clinica, Freud arriva a elaborare una prima descrizione della psiche, che viene definita dagli studiosi "prima topica", in quanto individua "zone" distinte all'interno della personalità dell'uomo. Esse sono tre: la coscienza, cioè la parte consapevole del nostro pensiero; l'inconscio, cioè la zona inconsapevole, in cui vengono rimossi le pulsioni, le tendenze e i ricordi inaccettabili e giudicati immorali; e il preconscio, che, a differenza dell'inconscio, è caratterizzato da contenuti temporaneamente inconsapevoli, ma passibili di accedere alla coscienza. Il meccanismo della rimozione, con cui il soggetto respinge nell'inconscio le pulsioni inconciliabili con le istanze morali, viene descritto da Freud come un meccanismo di difesa, che consiste in una particolare forma di oblio. Essa è un atto inconsapevole, cioè si compie all'insaputa del soggetto, ed è un processo stabile, a meno che non

La via d’accesso all’inconscio

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Secondo Sigmund Freud padre della psicoanalisi esiste una dimensione inconscia della vita psichica, in cui vengono rimossi impulsi, tendenze, ricordi (generalmente a carattere sessuale) considerati "pericolosi" dalla coscienza morale del soggetto. Egli, quindi, trasforma radicalmente l'immagine dell'io, della coscienza e della personalità in cui l'uomo si era rispecchiato per secoli: se prima questi era considerato “forte", padrone di sé e della sua sfera spirituale, nella prospettiva freudiana non può che riconoscersi come una figura dipendente, dominata da pulsioni di cui non ha il pieno controllo, caratterizzata da profondi conflitti interiori. La via privilegiata d'accesso all'inconscio è per Freud l'interpretazione dei sogni, che secondo lui sono l’espressione di desideri profondi. Nei sogni egli individua due livelli di significato: un livello manifesto, che coincide con la scena del sogno così come viene raccontata e vissuta, e un livello l

L'uomo nuovo e il superamento del nichlismo: il fanciullo

Secondo Nietzsche soltanto l'oltreuomo, che si è liberato dai condizionamenti esteri e da ogni consolazione dottrinale, ha detto "si" alla vita e ha accolto fino in fondo la condizione tragica e dionisiaca dell'esistenza, può accettare e superare il nichilismo radicale del mondo privo di Dio e dei valori. Il suo avvento viene annunciato dal profeta Zarathustra, nell'ora del «meriggio», ed egli è simbolicamente raffigurato come un fanciullo ridente, circondato di luce. Tale immagine indica la sua natura gioiosa, libera, innocente: l'oltre-uomo, infatti, sa godere del corpo, della vita e dei suoi valori; inoltre, è in grado di sostenere l'idea dell'«eterno ritorno dell'uguale», un pensiero talmente grande e impegnativo da essere definito «abissale». Esso consiste nell'ipotesi che la storia sia un grande circolo, in cui tutti i fatti e gli avvenimenti sono destinati a ripetersi e a ritornare eternamente. Con tale dottrina Nietzsche si allontana da

L'avvento del nichlismo: il leone

Nel secondo periodo del suo pensiero - simbolicamente rappresentato dal leone che lacera e distrugge - Nietzsche ritiene che per emanciparsi dalla menzogna e dalle false credenze l'uomo debba spingere alle estreme conseguenze la tendenza verso il nichilismo implicita nella cultura europea, adottando un metodo scientifico e decostruttivo. Non a caso questa fase del pensiero nietzscheano è denominata anche "illuministica". Della scienza Nietzsche apprezza la ricerca degli elementi costitutivi delle realtà indagate, ed è in analogia con tale procedimento che si accinge all'elaborazione di una vera e propria «chimica delle idee e dei sentimenti», allo scopo di rivelarne l'origine umana. La tesi di Nietzsche è la seguente: le grandi costruzioni teoriche della morale, della filosofia e della scienza non sono altro che un'invenzione consolatoria di chi è in cerca di rassicurazione, non potendo tollerare la profonda sofferenza derivante dal disordine, dall'insensa