Nietzsche - La fedeltà alla tradizione: il cammello


È lo spartiacque tra la filosofia tradizionale e il pensiero del 1900. È il filosofo più asistematico nella storia della filosofia poiché non segue un filo di pensiero. Tratta di varie tematiche e demolisce delle affermazioni presenti nella filosofia di alcuni filosofi precedenti, infatti questo suo metodo di fare filosofia prende il nome di "filosofia a colpi di martello". Viene considerato un "maestro del sospetto", poiché sospetta le metafisiche tradizionali e le demolisce. A Nietzsche dobbiamo un cambiamento di prospettiva, infatti condizionerà il 1900.


Nella prima fase del suo pensiero, Nietzsche si volge allo studio del passato proprio allo scopo di rispondere all'interrogativo sui fondamenti della tradizione culturale occidentale e sulla sua decadenza. In La nascita della tragedia dallo spirito della musica, egli si allontana dalle interpretazioni tradizionali che consideravano il mondo greco come una dimensione idilliaca, priva di scissioni, e lo vede come il risultato del conflitto tra due principi contrapposti: l' «apollineo» e il «dionisiaco». L'apollineo è l'emblema della misura, dell'ordine, della razionalità; il dionisiaco, invece, è il principio del caos e della distruzione, ma anche della potenza creatrice, della gioia e della sensualità; esso rappresenta l'energia caotica e irrazionale, con la quale la vita cerca di affermarsi con ogni mezzo. Questi due principi, secondo il filosofo, si trovano mirabilmente fusi nella tragedia. Per Nietzsche la tragedia è da collegarsi al coro tragico, che inizialmente si identificava con il corteo dei seguaci di Dioniso; costoro, nelle processioni religiose, si travestivano da "satiri", concedendosi un'assoluta sfrenatezza e abbandonandosi completamente all'impetuosità degli istinti. L'arte tragica nasce, secondo Nietzsche, da questa originaria esperienza del caos, dell'irrazionalità e della drammaticità della vita, che l'uomo greco avverte l'esigenza di contenere nelle rasserenanti forme della poesia.




Il personaggio che segna emblematicamente il passaggio dall'antica tragedia alla filosofia è Socrate. Nietzsche lo condanna per aver esaltato il concetto e il pensiero a scapito della vita concreta e dei suoi valori; con lui si ha la prima e più decisa affermazione dell'intellettualismo filosofico che segna il progressivo declino della cultura occidentale.

In un primo tempo Nietzsche pensa che si debba far rinascere lo spirito autentico della tragedia greca, lo spirito dionisiaco. Ciò è possibile, secondo il filosofo, attraverso l'esperienza dell'arte, e in particolare con la mu-sica, emblematicamente rappresentata dalle opere di Wagner. Ma la fiducia di Nietzsche è destinata a svani-re: la prima tappa della sua evoluzione spirituale si conclude con la delusione, dovuta alla consapevolezza dell'impossibilità di un ritorno al passato e dell'inesorabile decadenza della cultura occidentale.

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