Karl Marx - Vita e scontri

Pensatore di origine ebrea, nasce in Germania nel 1818 ed ha un’educazione di stampo razionalistico, liberale. Inizialmente si iscrive a Giurisprudenza ma poi entrando in contatto con l’ambiente filosofico dell’epoca, dunque con i giovani hegeliani comincia a studiare a fondo la filosofia di Hegel e passa da Giurisprudenza a Filosofia.

A causa della politica del governo prussiano, la quale era molo reazionaria Marx per le sue idee è costretto a trasferirsi a Parigi dove stringerà amicizia con Engels, non sarà solo un’amicizia ma anche una collaborazione, scrivono molte opere insieme.

Espulso anche dalla Francia, si trasferisce a Bruxelles dove in collaborazione con Engels elabora il distacco da tutta la filosofia tedesca con 2 opere: Le tesi su Feuerbach e L’ideologia tedesca.

Nel 1847, a Londra, si tiene il primo congresso della Lega dei comunisti, Marx non vi può recarsi e viene rappresentato da Engels. Viene incaricato dalla lega dei comunisti di scrivere una sorta di manifesto programmatico della lega -> verrà pubblicato nel 1848, scritto in collaborazione con Engels ed è il Manifesto del partito Comunista

Tra il 48 e il 49 fonda la nuova gazzetta Renana, ma a causa della vittoria della controrivoluzione, viene espulso dalla Germania, si rifugia prima a Parigi e poi a causa di alcune difficoltà emigra a Londra.

Nel 1864 viene fondata l’associazione internazionale dei lavoratori, nella quale Marx è una figura di spicco, una figura dominante.

Nel 1866 scrive il primo volume del Capitale, un’opera che parla di Economia. Gli altri due volumi verranno pubblicati postumi grazie al lavoro di Engels, che andrà a riprendere gli appunti di Marx.

Nel 1875 stende la Critica del programma di gotha in occasione dell’unificazione dei socialista tedeschi.

Muore nel 1883.

         Il pensiero di Marx non possiamo ridurlo soltanto ad una dimensione filosofica, il suo pensiero è un’analisi globale e completa della società, della storia -> Marx analizza il mondo borghese nella molteplicità delle sue espressioni.

Il suo legame molto stretto con l’AZIONE, con la PRASSI -> ritiene che ogni interpretazione del mondo e dell’uomo debba tradursi in un impegno di trasformazione rivoluzionaria -> la sua filosofia percepirà un’unione tra la teoria e la prassi.

Per quanto riguarda le influenze culturali che agiscono sul pensiero di Marx: la filosofia classica tedesca, l’economia politica borghese e il pensiero socialista.

MARX e HEGEL

Il primo filosofo con cui Marx viene a scontrarsi è sicuramente Hegel, sebbene il suo pensiero si formi a contatto con la filosofia hegeliana e che nel suo pensiero si manterrà un certo sfondo hegeliano. Il primo testo con cui Marx si misura con Hegel (suo maestro) è la Critica della filosofia del diritto di Hegel -> Dove Marx colpisce al cuore il sistema hegeliano, poichè va a criticare quello che lui chiama lo stratagemma di Hegel, trasformare la realtà empirica e concreta in manifestazione dello spirito.

Hegel invece di limitarsi a constatare che in un certo periodo storico esiste la Monarchia, afferma che lo stato ha bisogno di una sovranità forte e che questa sovranità necessariamente si incarna nel monarca. -> Ma Marx dice se le diverse forme di stato non possono spiegarsi da sé in virtù del processo storico, dunque dell’evoluzione dello spirito, ma le diverse forme statali risultano dalle condizioni storiche, reali, materiali delle vite dei popoli. Secondo Marx la filosofia di Hegel interpreta il mondo in maniera rovesciata, come aveva detto Feuerbach, nel senso che Hegel ragiona come se le istituzioni esistenti derivano da necessità razionali e offre una legittimazione alla forma statale vivente, viene giustificata. Quindi secondo Marx lo stratagemma di Hegel è quello di far diventare della verità filosofiche, razionali, in quelli che sono semplicemente dei fatti storici ed empirici. Per questo procedimento Marx conia un nome, un’espressione che è “deficit mitologico” -> che l’idealismo fa del concreto una manifestazione dello spirito.

Dunque Hegel dopo essersi costruito il concetto astratto di Spirito, partendo dalla realtà, fa della realtà una manifestazione dello spirito. -> Ed è questo proprio quello che diceva anche Feuerbach “invertire il soggetto e il predicato”, perchè nella filosofia di Hegel gli individui reali diventano dei predicati dello spirito, qualcosa di astratto, mentre non è così, dice Marx, gli individui sono soggetti, la realtà infinita è soggetto. Infatti Marx dice non è la costituzione che crea il popolo, ma è il popolo che crea la costituzione, la costituzione non si svolge nello spirito come diceva Hegel.

Questo atteggiamento di Hegel, questo misticismo logico è conservatore sul piano politico poichè tende a canonizzare la realtà politica esistente, a giustificarla proprio perchè è una manifestazione necessaria dello spirito. Quindi il giustificazionismo filosofico è anche POLITICO, è un’accettazione delle istituzioni statali vigenti.

Per Marx, Hegel ha un grande merito che è la sua visione dialettica -> la concezione della realtà come una totalità storico processuale in divenire. Anche la concezione della storia come mossa da una serie di opposizioni.

MARX e FEUERBACH

Un altro filosofo con cui viene a scontrarsi è Feuerbach, soprattutto per quanto riguarda il giovane Marx. Secondo lui il principale merito di Feuerbach è quello di avere analizzato la naturalità degli individui, singoli esseri viventi. E poi l’aver rifiutato l’idealismo di Hegel, poichè aveva ridotto l’individuo ad una manifestazione dello spirito.

In particolare Feuerbach ha il merito di aver teorizzato quel rovesciamento tra soggetto e predicato, tra concreto e astratto. Però secondo Marx non è andato a fondo, ha dei limiti poichè si ha sottolineato, ha scoperto la naturalità degli individui, però non ha evidenziato, non ha scoperto la sua storicità, nel senso l’uomo più che natura, è società e quindi storia -> poichè l’individui è reso tale grazie alla società in cui vive. Quindi secondo Marx ogni discorso sull’uomo, va a risolversi in un discorso sulla società, sulla storia.

-> si sta preparando il passaggio che poi maturerà in Marx dall’ANTROPOLOGIA all’INDAGINE STORICO-ECONOMICA che caratterizza il suo pensiero.

Un altro punto d’incontro ma anche riscontro tra i due filosofi è l’interpretazione della religione. Feuerbach -> ha il merito di aver scoperto il meccanismo della dimensione religione per cui non Dio ha creare l’uomo ma è l’uomo ha creare Dio, attraverso una serie di proiezioni dei proprio bisogni; però anche qui non è andato a fondo, poichè non è stato in grado di capire, di cogliere le cause reali del fenomeno religioso.

A produrre l fenomeno religioso non è il soggetto astratto, ma sono degli individui concreti e quindi le radici del fenomeno religioso non vanno ricercate nell’uomo in quanto tale, ma in una determinata tipologia di società storica.

Di Marx è famosa la sua teoria che definisce la religione come “occhio dei popoli” -> la religione è il prodotto di una società alienata e sofferente a causa delle ingiustizie sociali. Questa società umana alienata, sofferente illusoriamente cessa nell’aldilà ciò che concretamente non può avere su questa terra. È un modo per tenere buoni i popoli, anche per sedare il dolore.

Se la religione è frutto di una società alienata e oppressa, l’unico modo per eliminarla non è la critica filosofica, non è la semplice critica, ma la trasformazione della società, che deve essere rivoluzionaria, tramite l’abbattimento della società di classe.

Un altro limite di Feuerbach è il suo essere eccessivamente legato alla TEORIA, perchè avrebbe ignorato l’aspetto attivo/pratico della filosofia e avrebbe cercato le soluzioni dei problemi esclusivamente nella teoria, trascurando quella che per Marx è fondamentale -> la prassi rivoluzionaria.

XI tesi su Feuerbach

“Feuerbach non vede dunque che il “sentimento religioso” è esso stesso un prodotto sociale e che l’individuo astratto, che egli analizza, appartiene ad un forma sociale determinata.”

-> quella che è l’individuo astratto di Feuerbach, in realtà è un soggetto storico concreto che opera nel mondo.

 

 “Tutta la vita sociale è essenzialmente pratica. Tutti i misteri che trascinano la teoria verso il misticismo trovano la loro soluzione razionale nella prassi umana e nella comprensione di questa prassi.”

-> tutto quello che è stato detto in chiave religioso, spirituale, va letto con espressione della prassi umana, come lettura antropologica -> come espressione dei profondi interessi umani. La sofferenza degli uomini che non riescono a trovare una soluzione pratica nella nostra vita si “auto-compensano” in un’altra vita che viene sognata, e che viene presentata come il risarcimento, la cura delle sofferenze terrene.

“Il punto più alto cui giunge il materialismo intuitivo (Feuerbach), cioè il materialismo che non intende la sensibilità come attività pratica, è l’intuizione degli individui singoli e della società borghese. Il punto di vista del vecchio materialismo è la società borghese, il punto di vista del materialismo nuovo (Marx) è la società umana o l’umanità sociale.”

-> Obiettivo della società comunista: l’umanità completamente socializzata, l’uomo completamente socializzato, si riversa completamente nella società.

“I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo ma si tratta di trasformarlo.”

Non si tratta soltanto di comprendere la realtà e interpretarla, ma si tratta di trasformala, una trasformazione di cambiamento radicale.

Radicale poichè va alla radice delle cose; la trasformazione complessiva della società deve essere l’obiettivo della conoscenza che diventa azione

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